Spaventa il rischio d’insolvenza per i mutui attivati in questi mesi …
Il 2021 sarà l’anno della verità per capire se nel primo e nel secondo trimestre di quest’anno c’è stato effettivamente un eccessivo ottimismo di famiglie e banche nel richiedere e nel concedere mutui.
“La recessione e la deflazione in corso stridono con i valori immobiliari che si registrano oggi” è l’allarme lanciato dall’ad della società di consulenza Nomisma, Luca Dondi. Secondo cui per l’anno prossimo i possibili scenari sono due: nel primo si vivrà un calo dello 0,6% nei prezzi delle case; nel secondo scenario i valori immobiliari resteranno invece stabili.
Ma la preoccupazione principale per gli analisti è la quantità di mutui concessi durante la prima fase della pandemia. Un’eccessiva facilità di accesso al prestito di denaro per l’acquisto di un immobile potrebbe avere conseguenze molto serie già nel 2021. Il rischio secondo Dondi “è che le famiglie abbiano confidato troppo nelle loro economie e le banche se ne sono accorte in ritardo”. Un rischio d’insolvenza quindi che fa tornare alla mente la crisi economica del 2008 nata proprio a partire da una bolla del mercato immobiliare (statunitense).
La compravendita di negozi e uffici, nel 2020, ha visto il proprio valore di mercato calare di quasi il 27% e prima di poter tornare ai livelli pre pandemia si dovrà attendere almeno il 2023. Le preoccupazioni per una possibile bolla nel settore residenziale potrebbe trovare quindi pericolose conferme quando si parla di negozi e uffici. La pandemia ha infatti cambiato strutturalmente il modo di fare acquisti e il rischio è che per molti negozi questa sia la fine del commercio per come lo conoscevamo.